G.P. E PRIVACY
In vigore dallo scorso 15 febbraio, la certificazione verde “rafforzata” – necessaria per accedere al lavoro per gli over 50 – obbliga i datori di lavoro ad aggiornare l’informativa sulla privacy e il Registro dei trattamenti.
La possibilità di ottenere il Green pass rafforzato, ricordiamolo, è limitato a coloro che si sono sottoposto alla vaccinazione o da chi abbia contratto l’infezione ed è guarito e sono espressamente esclusi coloro che si sottopongono a un test antigenico rapido o tampone molecolare.
Dal 15 febbraio, gli ultra 50enni che dovessero risultare sprovvisti del rafforzato devono essere considerati sospesi dal lavoro e dalla retribuzione senza applicazione di provvedimenti disciplinari (art. 7 legge 300/70) ed eventuali soggetti sprovvisti, intenti al lavoro, sono soggetti a multe comprese tra 600 e 1.500 euro.
Come per la certificazione verde base, anche la rafforzata prevede la necessità di adeguare i livelli di riservatezza aziendale e la privacy dei lavoratori al fine di non incorrere in violazioni e il rischio di vedersi comminate le salatissime sanzioni previste dal Garante: aggiornamento informativa trattamento dati personali (art. 13 GDPR) e formazione dei dipendenti incaricati alle verifiche dei Green pass tale da consentire un corretto controllo.
L’aggiornamento, quindi, del Registro dei trattamenti (art. 30 GDPR), da parte del datore di lavoro, sarà fondamentale per l’accesso, in azienda, da parte dei fornitori e qualora il lavoratore consegni copia della certificazione.
Ultimo aspetto, non meno importante, l’attuazione di misure tecniche e organizzative per garantire un adeguato livello di sicurezza dei dati salvati (es. cifratura dati)