La questione vaccinazione dei lavoratori è un tema particolarmente sentito e dibattuto considerando il notevole impatto che ha sulla ordinaria ripresa delle attività con particolare riguardo a quelle di locali particolarmente sensibili come aeroporti, hotel, stazioni, palestre, ecc.
Il Garante ha, dunque, fornito alcuni chiarimenti circa la possibilità di tracciare i lavoratori (sia pubblici che privati) che hanno rifiutato la vaccinazione rispetto ai quali deve essere garantita ogni forma di tutela delle ordinarie misure di riservatezza e protezione dei dati personali senza nulla rilevare l’eventuale consenso dell’interessato.
NON è possibile, secondo il Garante, ricorrere all’uso di pass vaccinali o app o di qualsiasi altra forma/strumento che permetta di distinguere cittadini vaccinati da coloro che non lo sono.
I dati relativi allo stato vaccinali, ricordiamo, sono dati particolarmente sensibili e come tali devono essere trattati al fine di evitare ogni possibile discriminazione o compressione delle libertà costituzionali.
Per tale motivo, il Garante sollecita il legislatore affinché una legge, nel rispetto dei principi di proporzionalità, limitazione delle finalità e minimizzazione dei dati, consenta un corretto bilanciamento tra l’interesse pubblico da perseguire e l’interesse individuale alla riservatezza: in mancanza di una norma ad hoc, l’utilizzo di qualsiasi strumento di tracciabilità che permetta di distinguere il vaccinato dal non vaccinato deve considerarsi illegittimo.