Protocollo vaccinazione in azienda
Accordo, sottoscritto martedì sera, tra parti sociali e il Governo per i vaccini somministrati a tutti i lavoratori, indipendentemente dalle tipologie contrattuali, con il supporto dei medici aziendali e della rete INAIL sono aggiornati, conseguentemente, i precedenti protocolli sicurezza del 14 marzo e 24 aprile 2020.
Il documento fissa le linee guida con i requisiti minimi per effettuare la campagna vaccinale in azienda fissando tre punti chiave:
- adesione su base volontaria dei lavoratori e costi;
- protocollo sicurezza e Smart Working;
- turni e mascherine per diminuire i contatti.
La possibilità di effettuare le somministrazioni sui luoghi di lavoro, sempre su base volontaria, viene offerta a tutte le imprese, per le quali NON sono previsti requisiti minimi di carattere dimensionale né limitazioni di categoria, possono liberamente scegliere se aderire o meno.
Le aziende più piccole possono accordarsi con quelle più grandi o appoggiarsi alle strutture INAIL (es. aziende non tenute alla nomina del medico competente).
Sempre fondamentale l’attività richiesta dal medico competente che deve fornire ai lavoratori adeguate informazioni sui vantaggi e sui rischi connessi alla vaccinazione e sulla specifica tipologia di vaccino, assicurando l’acquisizione del consenso informato del soggetto interessato, il triage preventivo sullo stato di salute, la tutela della riservatezza dei dati e relativa registrazione.
La somministrazione del vaccino è affidata a operatori sanitari in grado di garantire il pieno rispetto delle prescrizioni sanitarie adottate e in possesso di adeguata formazione.
I costi per la realizzazione e la gestione dei piani aziendali, inclusi i costi per la somministrazione, sono interamente a carico del datore di lavoro, mentre la fornitura dei vaccini, dei dispositivi per la somministrazione (siringhe/aghi) e la messa a disposizione degli strumenti formativi previsti e degli strumenti per la registrazione delle vaccinazioni eseguite è a carico dei servizi sanitari regionali territorialmente competenti.
Qualora la vaccinazione venga eseguita in orario di lavoro, il tempo necessario è equiparato a orario di lavoro (pertanto, retribuita).
Per quanto riguarda l’aggiornamento del Protocollo sulla sicurezza, continua ad essere favorito il ricorso al lavoro agile e da remoto: “utile e modulabile strumento di prevenzione” da contagio COVID–19 nei luoghi di lavoro.
L’accordo prevede, altresì, che al chiuso o all’aperto, nonché in caso di condivisione di spazi comuni è obbligatorio l’uso delle mascherine chirurgiche o di dispositivi di protezione individuale di livello superiore e raccomanda, per le attività produttive, un piano di turnazione dei lavoratori dipendenti, una limitazione agli spostamenti all’interno dei siti e il contingentamento dell’accesso agli spazi comuni.
Relativamente a trasferte e viaggi di lavoro nazionali ed internazionali, il datore di lavoro – in collaborazione con il medico competente – deve valutare il rischio considerando l’andamento epidemiologico delle sedi di destinazione, anche per il tramite dei siti istituzionali (https://viaggiare sicuri.it).