L’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale e l’Istituto Superiore della Sanità hanno, finalmente, fornito le prime indicazioni sulla corretta gestione dei Dispositivi di Protezione Individuali utilizzati quotidianamente dai lavoratori per ridurre il rischio di contagio da SARS-CoV-2 : guanti e mascherine.
In estrema sintesi, tali DPI, secondo il Rapporto ISPRA “I rifiuti costituiti da DPI usati“, devono essere raccolti e smaltiti nell’indifferenziata rispettando i comuni principi usati per i rifiuti urbani e NON come rifiuti ad alto rischio infettivo (fatte salve evidenze specifiche).
L’ISS ribadisce, nel Rapporto n. 26/2020, tale indicazione ammettendone la NON pericolosità allorquando si sia in presenza di dispositivi utilizzati da soggetti sani, dove l’uso del DPI è di prevenzione e, indicando il ricorso a procedure necessariamente differenti, qualora si sia in presenza di soggetti infetti.
Ma il legislatore, come ormai ci ha abituati fin dall’inizio del periodo emergenziale, ha creato non poca confusione con il provvedimento che dovrebbe disciplinare i termini di deposito temporaneo di tali rifiuti e, nel testo di conversione del decreto “Cura Italia”, ha previsto un raddoppio del quantitativo ammesso ed esteso i limiti temporanei di conservazione (da 12 a 18 mesi) non specificando se tale estensione temporale riguarda tutti i rifiuti e se interessa anche le norme speciali per i rifiuti infetti.